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studio prevenzione e cura delle malattie ano retto coliche
sabato 15 novembre 2014
LA RAGADE ANALE
CHE COS’È?
La ragade anale è una piccola ulcera dell’ano che causa molto dolore.
QUALI SONO I SINTOMI?
Il disturbo principale è il dolore durante la defecazione e, frequentemente, dopo, con una durata variabile da pochi secondi ad alcune ore. Possono essere presenti sanguinamento, in genere mai copioso, e prurito.
PERCHÉ SI FORMA?
Non esiste una teoria accettata universalmente, anzi è possibile che vi siano molte cause. Una
evacuazione di feci dure, soprattutto se difficoltosa e protratta, può causare lacerazione. Anche lo stress, che determina uno spasmo involontario dello sfintere interno(uno dei muscoli dell’ano) e quindi un ostacolo all’espulsione delle feci può essere causa della formazione della ragade. Una volta formatasi, il dolore intenso avvertito durante il passaggio delle feci provoca uno spasmo protratto dello sfintere interno, instaurando un circolo vizioso che non ne permette la guarigione.
Diarrea cronica, traumi locali e malattie infiammatorie che coinvolgono il canale anale possono
essere causa di ragade.
COME SI FA DIAGNOSI?
La ragade si vede, non si apprezza con l’esplorazione digitale, pertanto solo l’anoscopia può
permetterne la diagnosi. Ha una forma a goccia ed è situata a livello posteriore o anteriore; la
differenza tra acuta e cronica è effettuabile più dalle caratteristiche che non dalla durata
temporale. La forma cronica si accompagna spesso con una marisca ed una papilla ipertrofica in stretta prossimità della lesione.
COME SI CURA?
Le ragadi acute tendono in alta percentuale a guarire con terapia medica, che prevede l’uso di
lassativi formanti massa ed una dieta ricca di fibre con adeguato introito idrico (almeno 2 litri di acqua e bevande non gasate al dì) in modo da evitare il passaggio di feci dure. I bagni caldi più volte al giorno aiutano la guarigione, poiché il caldo sembra ridurre lo spasmo dei muscoli. In uno studio pubblicato l’uso del getto a spruzzo risulta più confortevole per il paziente.Non vi è
conferma nella letteratura scientifica, ma l’uso dei dilatatori anali, che sfruttano sia l’azione
meccanica che l’effetto del calore sullo sfintere, ha ridotto di molto gli interventi chirurgici. Tra
questi ultimi la sfinterotomia anale interna, ovvero la sezione più o meno ampia dello sfintere
interno, involontario, effettuata in anestesia locale e, in genere, ambulatorialmente o con ricovero di un giorno, risolve sia il dolore che lo spasmo,permettendo alla ragade di guarire in poche settimane. Dopo chirurgia le recidive sono inferiori al 10%. Di recente sono stati tentati
trattamenti con tossina botulinica, con creme a base di nitroglicerina e con farmaci calcioantagonisti con risultati non sempre confermati. La nitroglicerina si è dimostrata più attiva rispetto al placebo anche se può procurare cefalea temporanea; trova indicazione in caso di rifiuto dell’intervento, in attesa dello stesso o nei casi di precedenti operazioni che potrebbero fare aumentare il rischio sulla continenza.
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